sabato 1 marzo 2008

Il bosco dei Cento Acri

Il bosco dei Cento Acri è il mondo nel quale lo scrittore Alan Alexander Milne ha ambientato le avventure del piccolo orsacchiotto Winnie the Pooh e dei suoi amici. Fonte d'ispirazione per le sue opere è stato il figlio Christopher Robin con i suoi pupazzi, diventati protagonisti delle storie. Il mio blog si chiama così perchè quando ho saputo che sarei venuta a Londra non mi è venuto in mente Shakespeare, o Darwin o la regina Elisabetta, ma l'orsetto giallo goloso di miele che impara ogni giorno cose nuove assieme ai suoi amici. Anche noi stavamo per andare in un posto sconosciuto e avremmo imparato molto. Ed eravamo in gruppo. Chi goloso e ingenuo come Winnie, chi un po' scontento come l'asinello Ih-Oh, chi pauroso come Pimpi, chi esuberante e istintivo come Tigro, chi razionale e puntiglioso come il coniglio Tappo, chi come Roo o come Owl, fatto è che c'eravamo tutti. E allora Londra è stata il nostro bosco. Dalla cima degli alberi fino al sottosuolo abbiamo scoperto molto di questa bella città che ha da mostrarci ancora tanto. Non solo per la cultura e la storia che la accompagna, ma anche per la gente e la lingua e la scuola e... tutto il resto insomma. Oggi sono stata in giro da sola e ho fatto sali e scendi dagli autobus. Ho ripercorso tutta la città, da Oxford Street a Trafalgar Square, dal London Eye alla Torre di Londra, al Tower Bridge, fermandomi di tanto in tanto per il pranzo, per la merenda, per fare due passi. Sono arrivata ad Hyde park e col sole e il vento era una meraviglia. Mi sono sdraiata sul prato sotto a un albero, tra i fiori gialli e gli scoiattoli, non lontana dal laghetto. Guardavo in alto il cielo azzurro dove le nuvole correvano come sempre veloci e ho visto un aereo. "Domani", ho pensato, "Sarò anche io lassù e starò tornando a casa". Peccato tornare già, perchè questi due mesi sono volati. Mi piacerebbe prolungare di un po' questo programma Leonardo o partecipare a un programma Michelangelo e ripartire subito. Come avrete capito Londra mi ha conquistata. E' stata molto bella l'esperienza a scuola e credo di avere imparato molto osservando come funzionano le cose in un Paese tanto diverso dal nostro. Diverso in bene e in male. Ho scritto a Simon nel report che a Londra, a scuola, all'università, nella vita londinese, mi sembra che tutto si muova veloce, tutto è programmato e non si può saltare mai una parte della scaletta. A lezione i tempi sono contati: hai 5 minuti per fare questo, hai 10 minuti per copiare quell'altro, hai 30 minuti per la pausa merenda, ... ma cavolo, non è contemplato che uno necessiti di più tempo per escogitare un nuovo metodo risolutivo, per fare le cose fatte bene, per farsi venire un'idea brillante, per prendere consapavolezza di quello che sta facendo? Sembra di no. L'importante è fare, e rispettare il programma. Considerando che a casa non vengono assegnati compiti, manca completamente nella scuola inglese il tempo dedicato a se stessi, alla comprensione personale delle cose. I giochini iniziali e finali vanno bene, ma si perde il bello di quello che la scuola dovrebbe insegnare a fare: pensare. Non so se riuscirei mai a vivere in un posto che corre così rapidamente senza aspettare nessuno, perchè a me piace andare piano piano, e metterci il tempo che ci vuole a fare le cose. Ma è certo che sotto altri aspetti penso che gli inglesi siano abili e all'avanguardia. Per cui il loro mondo, il bosco dei cento acri, mi affascina tanto, e non smetterà mai di farlo.
Voglio ringraziare la prof.ssa Paola Rossi per aver promosso e seguito il progetto, il nostro referente a Londra Simon Coffey e coloro che ci hanno permesso di realizzare tutto questo. Mi dispiace che ci sia stato qualche problema organizzativo o che ci siano state incomprensioni, ma credo che le difficoltà, incontrate da tutti, facciano parte della complessa organizzazione che un progetto di tale portata richiede, soprattutto se realizzato per la prima volta.

venerdì 29 febbraio 2008

Underground

E dopo Cambridge...Oxford. Ieri sono stata a Oxford con Simona. Un giro per la città, che mi aspettavo simile a Cambridge e invece ho trovato completamente diversa. Chiese, parchi, il castello, il giardino botanico (che ci è piaciuto quasi più dei Kew Gardens), la Library, il museo, il negozio di Alice nel paese delle Meraviglie e gli innumerevoli Colleges.

Oggi invece un salto da Simon per i saluti, gli ultimi commenti sui nostri report e le nostre impressioni sull'esperienza. Per le mie impressioni dedicherò un altro post, domani, ultimo giorno a Londra.
C'è una cosa fondamentale della quale non ho ancora parlato: la metropolitana di Londra. Com'è? Bellissima! Innanzitutto è sparpagliata per tutta la città, praticamente in metro si arriva quasi ovunque. Poi ci sono tantissime linee che corrono anche parallele e i treni sono frequentissimi. Si bloccano facilmente per problemi alla linea elettrica, ma basta scendere e salire su un altro treno, o aspettare qualche minuto (un giorno Simona è rimasta intrappolata nel tunnel per 20 minuti). Ma la metropolitana è efficiente nel complesso. In certi punti sembra un nematode (un tubo dentro a un tubo), è pulita, è tutta in ordine, le indicazioni sono chiare (io che mi perdo nei corridoi del supermercato me la sono sempre cavata), sono presenti videocamere (questo anche sugli autobus), qualche musicista che suona canzoni dei Beatles con la chitarra e lunghe interminabili scale mobili. Quando si viaggia in metropolitana si ha l'impressione di andare verso il centro della Terra perchè ti si tappano addirittura le orecchie. E quando si deve uscire e ci si impiega 10 minuti per rivedere il cielo ci si rende conto di quanto hanno scavato in profondità e si rimane stupiti. A ogni fermata viene detto il nome della stazione, le eventuali linee di cambio, o i punti di attrazione turistica nonchè l'immancabile: "MIND THE GAP between the train and the platform", ovvero "stai attento al buco tra il treno e il marciapiede". Ti avvertono anche che le porte si stanno per chiudere e che devi tenerti a una certa distanza. L'autista parla alla gente dicendole se ci sono problemi alla linea, a cosa sono dovuti, il tempo di attesa e cose del genere. Per salire sulla metro è indispensabile la OysterCard, una carta che si striscia su un lettore e ti permette di accedere ai treni e di uscire dalla metro. Automaticamente viene conteggiata la spesa relativa al viaggio che si è fatto (a seconda delle zone nelle quali si è stati) e sottrae il relativo costo del tragitto: mitico! E se fai un abbonamento della metropolitana, anche solo per la zona centrale, questo comprende l'utilizzo di tutti gli autobus Londinesi. Anche se io la metropolitana di Londra la trovo bella, comoda, orinata, pulita, utile, efficiente e, tutto sommato, per il servizio che offre, neanche poi così costosa, forse i Londinesi non ne sono soddisfatti, tant'è che Stuart (il nostro amico dell'Hampstead campus) ci ha fatto conoscere questa canzone, dedicata appunto alla loro metropolitana. Non traduco il testo, dato che il significato è abbastanza chiaro ;-)



















lunedì 25 febbraio 2008

Cambridge















Ieri ho cercato di convincere Liliana e Michele a prendere il treno in partenza dal binario nove e tre quarti per Hogwarts, ma non hanno voluto seguirmi nel magico mondo di Harry Potter. Così, alla stazione di King's Cross, siamo saliti sul treno per Cambridge. Cambridge è una cittadina fatta di College. E basta, direi che su Cambridge non c'è più niente da dire. Ci siamo immedesimati in studenti universitari, abbiamo seguito una funzione in una chiesa battista e abbiamo tentato di visitare la cappella del King's College, senza successo. Una pausa in un pub caratteristico e poi due passi sotto la pioggerellina fino alla stazione.











Oggi invece siamo stati ai Kew Gardens. Giardini botanici conosciuti in tutto il mondo che fino al 30 marzo ospitano le sculture dell'artista inglese Henry Moore. Così, oltre al tour botanico, ne abbiamo approfittato per un tour guidato alle sculture e ne siamo usciti distrutti. Un po' di shopping in centro ha completato l'opera e ora vado a dormire altrimenti domani non sarò in grado di sostenere un discorso di senso compiuto con Simon.









sabato 23 febbraio 2008

Field trip















Quando organizziamo un field trip con la SILSIS?
Sono partita mercoledì nel pomeriggio assieme a Kajade. Siamo arrivate a Juniper Hall verso le 17.00. Il tempo di sistemarci nelle camere (da 8) e poi cena alle 18.00 con una buona zuppa calda, carne, carote e zucchine (niente cipolle...strano!). Dopo cena la responsabile della struttura ci ha informato sulla sicurezza (uscite d'emergenza, cosa fare in caso di incendio, ecc...) e ci ha fatto un quadro dei servizi della casa (bar, giochi, attività, biblioteca, equipaggiamento, ecc...). Poi ci siamo divisi a gruppi e degli esperti ci hanno parlato di come affrontare rischi e pericoli nei field trip con i ragazzi (equipaggiamenti adeguati, possibilità che cadano in acqua,...) ed eventuali enti ai quali rivolgersi in caso di necessità o dubbi. Infine discussione su situazioni spiacevoli che ci si può trovare ad affrontare in gita quando si è a capo di un gruppo di ragazzi (es: cosa fai se una mattina scopri che un ragazzo ha passato la notte nella camera delle ragazze?).
Infine la serata si è conclusa al bar, dove i colleghi inglesi e gli insegnanti hanno comprato e bevuto fiumi di vino rosso. Abbiamo giocato a carte e poi a nanna.
Giovedì mattina ci siamo preparati il sandwich per il pranzo. C'erano anche dolcetti e snack a profusione, yogourt e frutta. Per colazione ho chiesto del latte caldo e gli inglesi mi hanno guardata con aria schifata. Alle 8.00 del mattino sarà normale berlo come fanno loro: freddo e accompagnato da fagioli e salsicce...
Dopo aver infilato gli stivali e i pantaloni impermeabili, una breve introduzione in aula su quello che ci saremmo aspettati di trovare al fiume, e siamo partiti col pullmino per il river. Una volta lì, la nostra guida ci ha spiegato come fare a raccogliere i campioni e noi abbiamo eseguito le istruzioni, campionando sulla riva e nel mezzo. Abbiamo messo tutto nei barattoli e siamo tornati al campo base. Dopo pranzo abbiamo speso tutto il pomeriggio in classificazione e analisi statistiche (due brevi pause per un tè con la torta). Verso le 17.00 alcuni i colleghi inglesi hanno esposto delle presentazioni per parlare della possibilità di trasmettere informazioni attraverso la Tecnologia dell'Informazione e della Comunicazione (ICT). Cena indiana alle 18.00, accompagnata da un foglio con le frasi pronunciate da scienziati e personaggi importanti. Dovevamo abbinare le frasi ai personaggi. In questo gioco ha vinto il tavolo degli insegnanti...
Dopo cena gli inseganti avevano preparato una presentazione sull'importanza delle esperienze sul campo per le scuole per i diversi KS. Ci siamo poi preparati per la camminata notturna:
siamo saliti attraverso il bosco, le radici degli alberi sul terreno ci facevano scivolare, fango e rami ostacolavano il passaggio, ma il tutto rendeva la cosa incredibilmente emozionante. C'erano le nuvole che correvano veloci nel cielo, e la luce diffusa permetteva di vedere le ombre degli alberi. Il vento muoveva i rami e un profumo di corteccia e di erba bagnata ci ha accompagnato per tutto il tragitto, fino in cima alla collina. Una casa con una finestra illuminata è apparsa ai margini del sentiero e data l'atmosfera, non mi sarei stupita se fosse stata di marzapane. In cima si godeva un bel paesaggio, con le luci della città in lontananza. Storia di paura raccontata ai piedi di una torre abbandonata, ascolto del silenzio della notte, visita alla ghacciaia e poi ritorno a casa. La luna piena che emergeva dalle nuvole di tanto in tanto ci ha osservato camminare e la nebbilolina che poi è scesa mi faceva sembrare tutto come nel romanzo del Mastino dei Baskerville...
Sono crollata dal sonno. La mattina di venerdì abbiamo rifatto le stesse cose del giorno precedente, ma questa volta ci siamo occupati di piante e animali del sottobosco. Il tutto a un livello un po' inferiore, poichè l'attività era indirizzata ai ragazzini del KS3. Presentazione finale, ringraziamenti, foglio da compilare con la valutazione dell'esperienza e dopo merenda, ritorno all'Hampstead.
In fondo non è stato niente di eccezionale, dato che tutte le cose fatte al field trip, in qualche modo sono state fatte da noi anche all'università e alla SILSIS, ma diciamo che l'esperienza sul campo rende tutto più interessante e coinvolgente. Inoltre passare tre giorni nella campagna inglese è stata per me una bella esperienza e un buon modo per conoscere i dintorni londinesi. in più, ho parlato per tre giorni inglese e questo mi ha sicuramente giovato. Per loro credo che l'aspetto più importante sia stato il correlare l'esperienza al loro futuro insegnamento, dato che molti sono stati gli spunti utili e il vivere il field trip in gruppo ha sicuramente reso più collaborative le persone, aiutando a costruire un buon team di lavoro.

mercoledì 20 febbraio 2008

Dissezioni

Ieri abbiamo dissezionato un po' di organi. Non tanto per vedere come erano fatti dal punto di vista anatomico, istologico, citologico, quanto per vedere come poter dissezionare organi in classe e quali difficoltà si incontrano.
I nostri colleghi hanno poi esposto le loro relazioni. A coppie avevano preparato una sorta di lezione su vari argomenti:
- differenze tra DNA e RNA
- carboidrati, proteine, lipidi
- i batteri nel ciclo dell'azoto
- cosa sono e come funzionano gli enzimi
- dal DNA alle proteine: bellissimo lavoro impostato coinvolgendo il pubblico (noi) che siamo stati invitati a interpretare i ribosomi, gli amminoacidi e tutto quello che serviva per costruire una proteina.

Ora sono in partenza...
mentre gli altri hanno raggiunto Simon a Brighton, io sto per andare al field trip. Mi aspetta una gita di tre giorni in campagna in una località di interesse naturalistico e geologico particolare...

lunedì 18 febbraio 2008

Proposta

Ma le vedete anche voi le cipolle negli armadietti dei professori? Io pensavo di avere un'allucinazione, allora ho fatto una foto. Invece era proprio vero: le cipolle spuntano anche tra i fogli e le tazze mug. Quando raccontiamo che questa gente mette la cipolla ovunque, non è una battuta.
Oggi ci hanno mostrato perfino un onion diagram nell'ambito di una lezione sulla comunicazione. Lezione interessantissima che ci ha fatto conoscere alcuni accorgimenti importanti da adottare per una buona comunicazione, in particolare con i genitori degli alunni. E' seguito un gioco di ruolo nel quale alcuni di noi interpretavano la parte dello psicologo, del genitore, del professore,...e cercavano di affrontare una discussione mettendo in pratica quanto appreso. Bello, e parecchio utile. Perchè non facciamo anche alla SILSIS una lezione su questo argomento?

domenica 17 febbraio 2008

Torre di Londra

Che bello! Oggi sono stata con Michele alla Torre di Londra, prigione per detenuti di famiglie nobili. Ci ha accolto un personaggio in costume dell'epoca che ci ha fatto da guida, abbiamo visto i Gioielli della Corona e abbiamo fatto condannare a morte Anna Bolena in una rappresentazione teatrale nella quale si è svolto un processo sommario ai danni di Anna, decapitata nella Torre di Londra nel 1536. La leggenda vuole che ogni tanto si veda ancora il suo fantasma passeggiare attorno alle mura della Torre con la testa sotto braccio...